Regola numero uno: «Mi piacciono le opere del tal artista». Splendido. Domandati sempre: potrei, un domani, rivenderlo a New York? Me lo accetterebbero in asta a Tokyo? O se proprio voglio volar basso: passata Ventimiglia, passato il Brennero, l’han mai sentito nominare?
Paul Jenkins, Phenomenal Astral Blue, 1968
Winston Churchill, in ben altro contesto, sintetizzò mirabilmente il concetto nel Discorso tenuto il 4 giugno 1940 al Parlamento britannico, dopo Dunkerque : «Anche se ampi territori d’Europa e molti antichi e famosi stati sono caduti o stanno per cadere nelle grinfie della Gestapo e sotto le odiose norme dell’apparato nazista, noi non demorderemo né verremo meno […]. Noi combatteremo in Francia, noi combatteremo sui mari e sugli oceani; e anche se, cosa che io al momento non credo, quest’Isola o una gran parte di essa venisse sottomessa ed affamata, allora il nostro Impero d’Oltremare, armato e difeso dalla Flotta Britannica, continuerà la battaglia finché, quando Dio vorrà, il Nuovo Mondo, con tutta la sua potenza e la sua forza, verrà a soccorrere ed a liberare il Vecchio». La Gran Bretagna non poteva perdere: se Londra fosse stata invasa, la Corona ed il Governo avrebbero comunque guidato l’Impero dall’India, dal Canada, dall’Australia o dall’Africa. Così, il collezionista avveduto non può perdere: caduto il mercato italiano sotto i colpi delle agenzie di rating, può vendere le sue opere in Francia. Se il downgrade s’abbatte anche su Parigi, eccolo pronto a contattare Christie’s Londra. Crolla l’intera Europa? Eccolo a Sotheby’s New York o a Mallet Japan.
Un nome a caso (ma non troppo) su cui puntare rispettando questa regola? Paul Jenkins. Americano, classe 1923, fin dagli anni ’50 vive tra Parigi e New York. Si affaccia in Estremo Oriente già negli anni ’60, esponendo a Tokyo e collaborando col gruppo Gutai ad Osaka. Facciamo l’appello delle aste di dicembre 2011/gennaio 2012. Parigi? Presente: 7 opere. New York? Presente. Toronto? Presente. Vercelli? Presente: 2 opere. Tokyo? Presente. Completano il quadro: Vienna, Bruxelles, Amburgo, Montecatini, Monaco di Baviera, Uppsala e Chicago. Acquistabile con medio investimento (5-30 mila euro) e sicura soddisfazione.
Luca Sforzini
Gallerista d’Arte – Consulente – Perito
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