I Draghi fraintesi sono fumo

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I Draghi fraintesi sono fumo

Questa notte non sarà la prima di Luna piena del nuovo anno lunare e per la verità non siamo nemmeno a Pechino o a Shanghai, e non credo nemmeno che il consumo dei dolcetti yuanxiao farciti con la farina rosa di fagiolo andrà alle stelle. E se ci andrà cadrà comunque con loro, perché tutto quello che ieri era in cielo oggi ha capitombolato nella terrestre beffa del fraintendimento.

«Le mie promesse sui decisi interventi sono state fraintese», ha detto il Draghi di cartapesta in fiamme, fiamme così alte e rutilanti da far sembrare l’Eurotower il teatrino di Mangiafuoco o la fucina di Vulcano, o un manierismo sulfureo di Rosso Fiorentino.

I personaggi che reggevano malcelatamente il dragone, bruceranno anch’essi, bruceranno le loro parole, che non più tardi di una settimana fa avevano sospinto i mercati sulle più alte vette, salvifici proclami, roboanti annunci, altisonanti impegni.

Mario Monti, un colpo di gran cassa, François Hollande, un secondo colpo, ed all’insolita accondiscendenza di Angela Merkel tre colpi addirittura: «L’Eurozona è più solida di quanto si pensi! Siamo pronti a tutto per salvare l’Euro e, credeteci, sarà sufficiente! L’Eurozona spazzerà via gli infami speculatori»!

Insomma, un campionato di suonatori di grancasse, due alla volta, quello che i batteristi heavy metal chiamano double bass drums. Di che si tratta ve lo dice meglio di ogni altro il batterista dei Motorhead Phil “Philthy animal” Taylor quando attacca “Overkill” con “Lemmy” Kilmister che morde l’aria con parole d’un’ottusità talmente irrimediabile che ci devi fare i conti, per forza: «Only way to feel the noise is when it’s good and loud», «L’unico modo per sentire il rumore è quando è piacevole e ad alto volume» quando «devi essere morto se non ti fa volare». Ed era un suono fantastico quello delle grancasse dell’Eurozona, e i mercati non erano morti, perché hanno volato davvero, fino alle stelle.

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Ma oggi “Lemmy” Draghi ha smesso di mordere l’aria e le borse, senza le ali del suono, sono crollate. Questa notte per le strade di Francoforte si aggirerà un drago cinese, di quelli da Festa delle lanterne di cui dicevamo, delle multiformi lanterne. Di quelli che in fin di serata vengono bruciati a significare la risalita del drago nel cielo.

Il fiammifero l’ha portato Jens Weidmann, che per chi non lo sapesse è il presidente della Bundesbank, che si è fatto beffe perfino di colei che qui da noi è considerata alla stregua di un’imperatrice, anzi dell’Imperatrice, il terzo arcano maggiore dei taorcchi, simbolicamente il matriarcato. Be’, Weidmann si è seduto e ha detto una cosa semplicissima e vera che fino ad oggi nessuno aveva ricordato: «Siamo la maggiore e la più importante  banca centrale dell’eurosistema, ed abbiamo una voce più importante rispetto ad altre banche centrali dell’eurosistema». Orwelliano: «Tutti gli animali sono uguali ma alcuni sono più uguali degli altri». 

Le «misure straordinarie per salvare l’euro» sono ormai solo fuochi d’artificio, l’acquisto massiccio da parte della BCE di titoli di paesi fortemente indebitati sono ormai una chimera. Che non è una strampalata ambizione, come molti credono, ma una mostruosa e deforme realtà. Ricordo che in antico il deforme era considerato una punizione. Lo spread ora è a oltre 500, il BTP a 10 anni è a 6,28. Ora sappiamo che ad imbruttire i draghi è la tristezza. 

A presto. 

Edoardo Varini

(02/08/2012)

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