03/05/2012 – Dada ne signifie rien (e l’economia?)

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Ricordate il metodo per fare una poesia dadaista? «Prendete un giornale. Prendete un paio di forbici. Scegliete nel giornale un articolo che abbia la lunghezza che voi desiderate dare alla vostra poesia. Ritagliate l’articolo…».

Non ho seguito il metodo alla lettera ma, leggendo Retorica delle stelle. Semiotica dell’astrologia di Ugo Folli, non ho potuto fare a meno di sostituire la parola economia” alla parola astrologia”.

«Per occuparsi seriamente di economia bisogna fare i conti con paradossi e difficoltà equivoci e zone d’ombra.(…) Oggi l’economia è contemporaneamente presente sui giornali “femminili” e sugli organi femministi, sui quotidiani della sera e su giornali che puntano all’”autorevolezza”; ha un suo posto nell’ideologia del “movimento” e fra i consulenti di molti politici tradizionali. (…)

Insomma il bisogno di economia, la domanda di divinazione è diffusa massicciamente in tutto il corpo sociale, con poca distinzione fra i mondi contradditori dei garantiti e dei non garantiti, del Nord e del Sud, dei giovani e degli anziani. E questo è evidentemente un problema che è necessario porsi, un sintomo palese di insicurezza (…) Daltro canto la pubblicistica di parte  economica è di una povertà culturale impressionante, oscilla fra lapologia più o meno psicoanalitica, scientifica, misteriosofica  e la propaganda pura e semplice, orecchia senza senso.


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Critica i discorsi scientifici e filosofici che pretende di discutere, si basa in sostanza su un inconfessato principio di autorità. Gli economisti non hanno pubblicato né le statistiche attendibili su cui pretenderebbero di basare la scientificità del loro lavoro, né si sono mai occupati di comprendere davvero il funzionamento della macchina divinatoria che utilizzano; e tantomeno hanno prodotto indagini sullinsediamento sociale del loro lavoro. ()  Sarebbe stata forse più stimolante unanalisi del Tetrabilios di Tolomeo o dei grandi discorsi economici rinascimentali. Ma non è questa leconomia che circola nella nostra società, quella in cui credono e quella che consumano oggi masse consistenti. Daltro canto il sistema che ogni dottrina economica usa per sottrarsi allesame dei non iniziati è proprio quello delle scatole cinesi di testi e conoscenze. Gli economisti possono sempre sostenere, di fronte allesame critico di un corpus di testi economici, che non si tratta dei testi giusti, che la vera economia è unaltra, che le divulgazioni non contano. () Qui si mostrerà con chiarezza la completa estraneità della pratica economica rispetto al metodo scientifico, senza che emerga alcun indizio di validità cognitiva. Ma non è questo il problema che il nostro libro si pone. Leconomia può essere vera come sono veri per un credente la transustanziazione o i miracoli. () Anche se i principi economici fossero tutti veri ed il suo metodo di elaborazione fosse perfettamente valido la pratica economica resterebbe assai più vicina alla teologia che alla scienza. (…)

Naturalmente la dadasostituzione funziona con molte altre parole.  In modo particolare interessanti gli esiti con la parola “psicologia”.

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