di Massimo Siano, Head of Southern Europe per ETF Securities
Le prospettive sulle commodity agricole
Le organizzazioni metereologiche australiane e statunitensi hanno aumentato le probabilità che nell’emisfero settentrionale El Niño possa durare estate e autunno. Un El Niño può rendere alcune parti del mondo più calde e secche del solito, lasciando altre più umide. È probabile che il fenomeno climatico perduri entro la fase riproduttiva di molte colture. Se la sua intensità dovesse aumentare, potrebbe danneggiarne alcune, come il grano australiano, il cacao e lo zucchero.
I modelli di organizzazione metereologica prevedono che El Niño potrebbe raggiungere una forza moderata (fermo restando l’immancabile caveat circa l’attendibilità delle previsioni primaverili).
Il cacao è già salito dell’8,3% nello scorso mese, mentre il calo dei raccolti in Ghana minaccia di portare il mercato ad una condizione di deficit di risorse. Per via della mancanza di pioggia e del conseguente esacerbamento della siccità, ci attendiamo un peggioramento delle condizioni agricole in Africa occidentale.
Se El Niño dovesse durare fino a settembre (come attualmente previsto dalle agenzie metereologiche), il raccolto di soia statunitense dovrebbe aumentare, e, con i coltivatori già intenzionati a seminare una quota record quest’anno, i prezzi dovrebbero calare.
Focus sulla Cina
Tutto è pronto perché il Renminbi cinese diventi l’ultima fra le valute a far parte della moneta virtuale dell’International Monetary Fund (IMF), l’SDR (Special Drawing Rights). L’ingresso del Renminbi nel suo Global Reserve asset rappresenta il più grosso cambiamento a cui l’International Monetary Fund sia andato incontro a partire dalla sua fondazione nel 1969.
Il processo di revisione della valutazione dell’SDR inizierà ad ottobre/novembre, e ci si aspetta una decisione finale agli inizi del 2016.
Due sono le prove a cui dovrà sottostare l’RMB per essere incluso nella gruppo della valutazione. In primis, la valuta deve essere importante per il commercio globale. Il Renminbi passerà il test a mani basse, essendo la quinta valuta più usata per i pagamenti secondo lo SWIFT. Il secondo è che la moneta sia “liberamente utilizzabile”.
L’RMB faticherà per questo risultato, ma lo scontro sarà da stimolo per un’ulteriore riforma del mercato finanziario. Infatti, il governatore della People’s Bank of China ha recentemente annunciato che la Cina raggiungerà la piena convertibilità del mercato finanziario nel 2015 onde facilitare l’inclusione del Renminbi nel gruppo SDR.
Una significativa espansione nei centri di cambio offshore dell’RMB ha alimentato il trend, e l’accesso a questa valuta non è mai stato così facile. In più, rispetto all’ultima valutazione dell’IMF di cinque anni fa le fasce di scambio della valuta si sono allentate e i controlli sulla convertibilità Yuan-Dollaro HK sono stati aboliti, riconoscendo la domanda di Renminbi. Con ulteriori misure di liberalizzazione finanziaria in attesa di essere lanciate nel corso del 2015, ci aspettiamo che l’RMB cinese abbia buone possibilità di essere incluso nel gruppo SDR. L’IMF ha di recente affermato che non ritiene che l’RMB sia più sovravalutato, e la stabilizzazione delle riserve di valuta straniera conferma questo dato.
L’inclusione della Cina sarebbe perlopiù simbolica, ma significherebbe anche una sempre maggiore presenza della sua voce nel dibattito sulle politiche globali. Se la Cina fosse inclusa nel gruppo di valutazione SDR, il suo status ne uscirebbe esaltato ed essa otterrebbe un pubblico riconoscimento della sua reputazione nell’economia globale. Tuttavia, potrebbero essere gli US ad avere l’ultima parola in merito: l’inclusione richiede infatti l’accordo del 70% del comitato esecutivo dell’IMF. Gli Stati Uniti valgono il 17% del voto complessivo, e le avverse relazioni diplomatiche potrebbero costituire un punto di scontro.