di Massimo Siano, Head of Southern Europe per ETF Securities
Dopo il taglio dei tassi, l’attenzione è sul PIL cinese
L’ultimo stimolo impresso dalla Cina – ovvero il taglio al suo repo rate – ha favorito i metalli industriali. Questa settimana, un solido risultato nel PIL darà ulteriore vigore ai mercati delle materie prime. Nel mese di marzo le esportazioni di commodity cinesi sono cresciute, a ulteriore conferma della stabilizzazione della domanda, e l’entrata in una fase stagionale “forte” dovrebbe sostenere le commodity cicliche, come i metalli industriali. Al centro dell’attenzione di questa settimana saranno le materie prime difensive come l’oro, perché gli investitori guardano all’indice dei prezzi al consumo (CPI) dell’Eurozona e alla pubblicazione dei dati sulle vendite al dettaglio degli Stati Uniti per valutare il ritmo delle differenze fra le politiche nel 2015. La diffusione dei dati sul CPI dell’Eurozona sarà la chiave del meeting della BCE di questa settimana.
I metalli industriali registrano la quinta settimana consecutiva di afflussi. I value investor sembrano tornare a guardare il settore dei metalli industriali, che nelle ultime cinque settimane ha visto afflussi per un totale di 85 milioni di dollari americani. Gli investitori stanno diventando più ottimisti riguardo alle previsioni sull’economia cinese, dopo l’ultimo taglio ai tassi di interesse finalizzato a sostenere l’attività. L’ETFS Copper (COPA) è lo strumento che ne ha tratto il maggior beneficio, registrando nell’ultimo mese afflussi pari 28 milioni di dollari americani, quasi un terzo del totale. Le importazioni cinesi di rame greggio sono cresciute a marzo di oltre il 45% rispetto al mese di febbraio, a dimostrazione della restrizione del mercato sottostante. Nonostante il calo del 2% rispetto a un anno fa, il secondo trimestre è forte da un punto di vista stagionale e le importazioni potrebbero continuare a crescere.
La diminuzione del prezzo dell’argento, tornato a un livello “allettante”, favorisce gli afflussi sul metallo, mentre l’oro registra maggiori perdite. L’ETFS Physical Silver (PHAG) ha visto afflussi nelle ultime due settimane consecutive, per un totale, nel periodo, di 13 milioni di dollari americani. Le entrate sono le maggiori bisettimanali in due mesi, e fanno seguito al crollo dell’argento, che ha raggiunto il livello più basso in tre settimane. Poiché il legame fra l’oro e l’argento rimane forte, ogni ulteriore incremento della volatilità dovrebbe agire a sostegno dei prezzi. Mentre, a nostro parere, un livello di prezzo intorno ai 15-16 dollari americani all’oncia costituisce una opportunità di acquisto, il mercato resta afflitto da anni di surplus produttivo. Ciononostante, gli investitori sembrano guardare all’argento da una prospettiva di valore relativo piuttosto forte e, se questa settimana le previsioni sull’inflazione nell’Eurozona continuano a diminuire, sia l’oro che l’argento potrebbero essere i principali beneficiari.
Gli ETP lunghi sul WTI registrano i maggiori deflussi dal 2010, prima della pubblicazione settimanale dei dati sulle scorte americane. Un forte rally del greggio è seguito alla notizia dell’innalzamento dei tassi da parte dell’Arabia Saudita ai suoi clienti asiatici, in aggiunta alla mancanza di chiarezza sull’eventuale aumento della produzione dall’Iran dopo la possibile intesa sul nucleare. Gli investitori hanno cercato di trarre profitto da questa situazione: la scorsa settimana i deflussi dagli ETP sul greggio sono stati pari complessivamente a 73 milioni di dollari. Le posizioni lunghe nette dei futures sul WTI, invece, hanno raggiunto il livello più alto da agosto 2014. La produzione di greggio americano continua a resistere ai bassi prezzi – il report settimanale dell’EIA mostra che, la scorsa settimana, l’aumento delle scorte ha superato di quasi tre volte il quantitativo atteso, attestandosi a circa 11 milioni di barili: il rischio di un calo nel breve periodo resta elevato.