Casa Pound, il fascismo, Israele

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Casa Pound, il fascismo, Israele

La motivazione ufficiale del no dato dall’ambasciata israeliana al segretario della Lega Nord Matteo Salvini riguardo alla sua proposta di una missione a Gerusalemme è la seguente: «Si tratta di un problema tecnico. Ho scritto una e-mail ai collaboratori dell’onorevole Salvini spiegando che in questi giorni è in corso la discussione della legge di bilancio alla Knesset, il Parlamento israeliano, e quindi in questo momento sarebbe stato difficile, se non impossibile, organizzare la visita a Gerusalemme del segretario della Lega Nord». Queste le parole dell’ambasciatore israeliano in Italia, Naor Gilon.

Tuttavia non serve a nessuno nascondersi dietro un dito: il vero motivo è l’alleanza politica della Lega con Casa Pound, accusata di antisemitismo. Ma Casa Pound è davvero antisemita? Non nelle sue dichiarazioni ufficiali. Il suo vicepresidente, Simone Di Stefano, ha dichiarato che: «Casapound ha sempre avversato il razzismo e l’antisemitismo». Tuttavia sarebbe ipocrita negare l’esistenza di una prossimità tra il movimento fondato e presieduto da Gianluca Iannone ed alcuni ambienti neonazisti. C’è gente con Hitler tatuata sul petto. Lo sappiamo.

Allora si impone, prima di qualunque altro ragionamento, questa precisazione.

Nessun partito, nessuna formazione, nessun movimento che professi anche la più lieve venatura di antisemitismo ha diritto di agire nell’alveo costituzionale di un paese civile e democratico. Civiltà e democrazia non sono sinonimi.

Forse l’antisemitimo può essere tollerato dalla democrazia –  in ragione di quella libertà di pensiero che tuttavia dovremo prima o poi ammettere necessiti di precisi limiti – ma non può certo essere tollerato dalla civiltà. La penso esattamente come Jankélévitch: «Il perdono è morto nei campo della morte».


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L’Olocausto è imperdonabile, imprescrittibile, infernale. Non è dato all’uomo perdonarlo perché è disumano. Scrive il filosofo francese: «Per essere esatti, il grande massacro non è un crimine su scala umana; non più delle grandezze astronomiche e degli anni luce».

Forse Dio può perdonare il male disumano. Certo non è dato all’uomo. Forse questo è il vero motivo della fede.

Ma torniamo ora all’Italia d’oggi, torniamo a Casa Pound. A certi simpatizzanti del nazismo che la frequentano. Vorrei dire loro che sono italiani. E dunque non possono essere pangermanisti ed al contempo nazionalisti. Per essere nazisti bisogna ammettere la superiorità della Germania. E questa è una. È la prima.

La seconda cosa è che mentre l’antisemitismo fu il collante del nazionalsocialismo non lo fu – ma proprio per nulla – del fascismo, cui i militanti di Casa Pound dicono di ispirarsi. Parlano di «fascismo del terzo millennio».

Antisemitismo e fascismo furono cose diverse e vorrei dire antitetiche dal 1921 (data di fondazione del Partito Nazionale Fascista) al 1938 (anno di promulgazione delle Leggi razziali). Due sole note inquadrano la situazione. Nei Colloqui con Mussolini, del 1932 il Duce afferma: «Razza: questo è un sentimento, non una realtà; il 95% è sentimento. Io non crederò che si possa provare che biologicamente una razza sia più o meno pura […] Quelli che proclamano nobile la razza germanica sono per combinazione tutti non germanici: De Gobineau francese, Chamberlain inglese, Woltmann israelita, Laponge nuovamente francese. Una cosa simile da noi non succederà mai. L’orgoglio nazionale non ha bisogno di deliri di razza […]. L’antisemitismo non esiste in Italia. […] Gli ebrei italiani si sono sempre comportati bene come cittadini, e come soldati si sono battuti coraggiosamente.»

In realtà la peste antisemita contagiava in quegli anni anche l’Italia, ma contagiava alcune frange integraliste cattoliche, non le schiere fasciste.

Ricordo solo che Aldo Finzi, ebreo, fu sottosegretario agli Interni del gabinetto diretto da Benito Mussolini e che Dante Almansi, altro ebreo, fu nominato nel 1924 vicecapo della polizia.

L’antisemitismo è venuto dopo, per ragioni probabilmente di opportunità politica – ci sono volumi e volumi su questo – ma non ha nulla a che vedere con la dottrina fascista originaria.

Allora è ammissibile, è democraticamente, è civilmente possibile proporre un «fascismo del terzo millennio»? No. Non lo è comunque. Perché il fascismo fu antidemocratico. Liberticida. Totalitario.

E se vogliamo tenerne vivo il ricordo lo dobbiamo emendare di questi oppressivi aspetti, e conservarne soltanto la parte migliore: l’istanza sociale, il valore dell’identità nazionale.

Personalmente sono dunque pronto a parlare di Tradizione, Origine, Mito, Valori, Nietzsche, Spengler, Jünger, Heidegger, Evola e perfino di “spirito legionario”, di Ordnung, dell’Ordine, ma lì mi fermo. Non ammetto una sola parola antisemita.

Occorre sempre saper riconoscere nel pensiero ereditato ciò che è vitale e ciò che è mortifero, ciò che è illuminato e ciò che è tenebra. Altrimenti la Tradizione diviene soltanto un gravame omicida.

Non è amico della destra chi chiama destra l’Inferno.

Dunque, Israele, comprendo le tue perplessità. È un problema culturale che dobbiamo risolvere noi del centro destra. Un problema che risolveremo presto. Però ricordati che Salvini ti ha chiesto un abbraccio. E rileva che già questo abbraccio è un chiaro segnale di inizio cammino. Compierlo non è la tua sfida. È la nostra. 

A presto. 

Edoardo Varini

(11/11/2015)

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