Dei comici di regime, della scissione del PD e delle Repubblica delle banane

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Dei comici di regime, della scissione del PD e delle Repubblica delle banane

Ho sentito dire da diversi amici che Crozza ha coraggio. Anche se non ho mai ben capito perché. È portato in palmo di mano da tutti i potenti. Possiamo dire che fa parte del sistema. E si comporta da uomo del sistema. Va a dire ad un Paese affamato che essendo lui un genovese si terrà bel bello tutto il cachet concordato con la Rai. Cetoncinquantamila euro, pare, per qualche minuto di risate di regime. 

Ho sentito dire da diversi amici che Crozza è un genio. L’altro solitamente è Gramellini. Sono i Dioscuri della nostra intellighentia da aperitivo.

Vorrei ricordare a questi amici ed a tutti coloro cui basta codesto paio di numi, che se il baldanzoso comico fa il suo mestiere è perché è esistito uno come Lenny Bruce, che a differenza sua era ferocemente odiato dalle istituzioni. Una manifestazione in sua memoria tenutasi veni giorni dopo la sua morte, a 40 anni, fu bloccata dalle guardie dell’Eden Memorial Park Cemetery a Mission Hills in California. Era l’agosto del ’66.

Di tutte le parole di Lenny vorrei citare queste: «La verità è ciò che è, non ciò che dovrebbe essere. Ciò che dovrebbe essere è una sporca bugia».

Ciò che dovrebbe essere sono le catene che ci stringono. La verità è che la vita è una e che tutti gli oppressi di oggi non avranno un’altra chance e nemmeno i loro figli, se non imparano a farsi rispettare. 

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I disoccupati che stavano a sentire Crozza ed hanno riso meritano probabilmente la disoccupazione. Io sto con quelli che si sono incazzati.

Con quelli che hanno il coraggio che aveva Lenny ma non hanno un pulpito. Ho fondato “Patria Italiana” esattamente per questo. Per dare loro un pulpito. Una voce.

Se dovete mandare affanculo il mondo però il partito lo avete già. Lo capeggia un altro comico genovese milionario.

Il mio partito non intende mandare affanculo null’altro che l’iniquità, che è poi un inveramento nel presente della mancanza di rispetto. E conta solo il presente. Lasciamo il passato e il futuro ai poeti, la più sublime incarnazione dell’inanità. 

Se davvero oggi vuoi aiutare le persone devi guardare le cose con disincanto, perché solo così puoi trovare l’incanto del dare vita alle cose in cui credi.

Se ci sono disuguaglianze oggi le devi correggere. Punto. Che vengano dal passato è irrilevante. È probabilmente una ragione ulteriore per correggerle più in fretta.

Permettetemi una parola ancora, sulla scissione del PD. Questa scissione era nelle cose da mesi. Da anni. La ragione per cui si frantumano è che non hanno né uomini né ideali. Fateli passare uno per uno, e ditemi se trovate qualcuno cui riconoscete la grandezza di uno statista.

E allora si accapigliano come i capponi di Renzo.

Davanti a queste tragicomiche baruffe la Destra si aggrega. Un risiko di apparentamenti. Ma sotto quale ideologia? Dagli all’immigrato? Le banane in Piazza Duomo? Castriamo gli stupratori?

Vogliamo pensare a riconsegnare agli italiani l’orgoglio di una nazionalità? Arrivo a dire che forse si tratta di consegnarlo loro per la prima volta, perché al di là della propaganda bellica o fascista forse non c’è mai stato. Piaccia o non piaccia s’ha da fare un lavoro culturalmente alto. Lo so che è più facile gridare «Qui si mangia pane e salame!», ma così non arrivi più in là del boato di una piazza.

Destra: mi stai ascoltando? Lo vogliamo fare questo lavoro? E mi rivolgo anche all’altra parte, a sinistra, a chi si è accorto solo ora che Renzi e il PD non stanno con il popolo: avete mai provato a guardare l’essenza delle cose e non l’apparenza di una retorica sinistroide che ha mostrato ad oggi solo servilismo, conservatorismo e menefreghismo verso gli uomini, la realtà e la storia?

Io sono qui, Fatevi sentire. Scrivete a Patria Italiana. 

Un abbraccio. 

Edoardo Varini

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