È l’era dei fighetti manovrati dai plutocrati. Ma non bisogna farsene una ragione: bisogna reagire. Patria Italiana è nata per questo: è giunta l’ora di fare qualcosa insieme

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È l’era dei fighetti manovrati dai plutocrati. Ma non bisogna farsene una ragione: bisogna reagire. Patria Italiana è nata per questo: è giunta l’ora di fare qualcosa insieme

Oggi se vuoi vincere le elezioni, qualunque genere di elezioni, devi essere carino. L’ultimo dei carini triumphantes è Emmanuel Macron, 39 anni, vincitore domenica al ballottaggio per le presidenziali di Francia contro Marine Le Pen (65,8% contro il 34,2%).

Emmanuel saluta la Nazione dal palco montato sull’esplanade du Louvre accompagnato dall’Inno alla gioia di Beethoven, l’inno ufficiale dell’Unione Europea. È arrivato qui per esclusione: gioire alla Bastiglia sarebbe stato troppo di sinistra, gioire in Place de la Concorde troppo di destra, ed eccolo allora infervorarsi al centro del monumento eretto dalla Francia alla cultura del mondo.

Dice Emmanuel mano nella mano a Brigitte, dice ai suoi tanti, ai suoi troppi elettori che forse credono ancora all’esistenza nel Vecchio Continente di una politica capace di pensare ai popoli e non alla restituzione dei crediti cui i popoli sono soggiogati, una cosa strabiliante, ma per falsità.

«Questa sera, davanti al Louvre, voi rappresentate il fervore, l’entusiasmo l’energia del popolo di Francia. Avete scelto l’audacia e con questa audacia noi continueremo».

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La sfacciataggine è dunque la prima strategia presidenziale. Il banchiere dei Rothschild che non vuol stare né di qua né di là parla di audacia.

Io non voglio credere alla storia della società offshore che si chiamerebbe come la scuola in cui ha conosciuto Brigitte, La Providence.

Penso però che la sua elezione abbia ben poco di provvidenziale per il popolo francese e molto per quei pochi che hanno potuto da almeno un quindicennio con la finanza governare il mondo sventolando la bandiera di stracci che è divenuta oggi la bandiera della democrazia. Sorgono movimenti strani, prossimi ai capitalisti più beceri, e vengono votati come la salvezza nazionale.

Reazionari plutocrati della terra siete bravi, non c’è che dire. Ma dovete temerla l’audacia, non riempirvene la bocca.

Questo non significa diventare dei tagliatori di teste, questo non significa – come sta facendo il Movimento 5 Stelle  – chiedere le dimissioni del Segretario di Stato alla Presidenza del Consiglio Maria Elena Boschi perché un giornalista, per quanto famoso, l’ha accusata.

De Bortoli dice che la Boschi ha fatto pressioni su Ghizzoni, ex amministratore delegato di Unicredit, per persuaderlo all’acquisizione di Banca Etruria, di cui suo padre era vicepresidente.

Due righe su un libro di recente uscita non possono essere il tema politico di una nazione alla fame.

Occorre che gli elettori capiscano di essere qualcosa di diverso dai cani pavloviani. Filtrate i “rumori”, quello che i mercati chiamano il “noise”, l’inessenziale. E imparate a guardare l’essenza.

Non mi interessa nemmeno indicare la pochezza della classe politica e dirigenziale.  Non voglio entrare nel merito di questioni di malagestione talmente acclarate da meritare di essere affrontate solo quando si disporrà dell’autorità per farlo. Autorità che sola può dare il popolo sovrano con il suo voto.

Per bene amministrare basta un buon amminisratore. Quello che nessuno sa fare – perdonatemi ma se ne conoscete di capaci nominatemeli – è ridare fondamento al valore della condivisione, della solidarietà e dell’idealità.

Guardate che il mio è il discorso più pragmatico che si possa fare. Se ti muovi solo avendo come orizzonte il tuo naso non ti muovi, ti sfracelli.

Io chiedo a chiunque mi stia leggendo di non farsi trascinare dal vortice delle polemiche. Perché la polemica è un lusso da salotto. Non ne faccio – lo vorrei ma me ne astengo – un discorso morale. Ne faccio una questione di sopravvivenza.

Guardate, lo ripeto, l’essenza. L’Italia è un Pase moribondo, lo dice il calo demografico, lo dicono le strade dissestate, lo dice il costante terrore sanzionatorio in cui ci siamo trovati a vivere.

La vita è un’altra cosa. Riprendiamocela.

Sto organizzando un movimento per farlo. Immaginerete facilmente che non ho molti aiuti. Conto su di voi, però. Così come vorrei che voi imparaste a contare su di me e su tutti coloro che vorranno collaborare – e sono già tanti – a questo progetto di rinascita.

Che non ha nulla di ozioso. Che non tollera dilazioni. Che rihiede impegno e tempo ed attenzione. Ed un modo di pensare al contempo nuovo e antico: quello morale. La morale nasce, kantianamente, da un atto di volontà. Compiamolo. Perché altrimenti si vive da cani.

Il depauperamento delle esistenze degli italiani è intollerabile. Si è giunti a privarli anche dell’esistenza a venire: il futuro.

Voi lo vedete? C’è qualcosa di strutturalmente sostenibile in Italia, economicamente parlando, da qui al prossimo decennio?

È giunta l’ora di fare qualcosa. Insieme.

A presto. 

Edoardo Varini

(10/05/2017)

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