La Concordia torna a galleggiare, l’Europa non ha mai smesso di affondare

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La Concordia torna a galleggiare, l’Europa non ha mai smesso di affondare

La Concordia torna a galleggiare, l’Europa non ha mai smesso di affondare: produzione industriale dell’Eurozona a maggio -1,1%, mai così male da due anni, che pure sono stati anni di vacche magre fameliche, non biblicamente fuoriuscite dal Nilo ma dal Tago, dalla Sava, dal Reno, dalla Loira, dall’Oder, dal Guadalquivir, dalla Senna, dalla Garonna, dall’Ebro, dalla Mosa, dall’Adige, dal Po, insomma da tutti i fiumi che il faraone ha dimenticato di sognare e lo facciamo noi europei per lui, ora, sogni di così facile decifrazione che per riuscirci non abbiamo nemmeno bisogno di Giuseppe.

E poi i nostri analisti economici, plurispecializzati e strapagati, i nostri burocrati, i tecnici attuali, in maggioranza non analizzano sogni ma sognano analisi, previsioni, rimedi, tutto ciò che più aggrada al faraone. Si riempiono la bocca e ci riempiono le orecchie di improbabili promesse e rinviate “riforme strutturali”. E siccome appare ormai chiaro a tutti che non potranno essere nazioni con gli incisivi delle vacche magre ai polpacci a fare le riforme, è nata questa idea del farle tutti insieme, «la disciplina a livello comunitario» proposta da Draghi il 7 luglio scorso. Adottiamo congiuntamente un bel taglio del cuneo fiscale per tutti, che porterà a un bel disavanzo da finanziare con aumenti delle imposte sui consumi.

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Questo Mario lo dice a 6 milioni e 20 mila suoi connazionali che di consumi hanno smesso da tempo di averne, e ad altri 10 milioni e 48 mila che ne hanno assai meno di chi li circonda e per questo non li chiamano “poveri” ma solamente “poveri relativi”. Il concetto è che se tutto il tuo quartiere mangia, come te, un panino al giorno e si compra, come te, una maglietta e un libro all’anno, tu non sei povero perché hai consumi e li hai pari a quelli medi del tuo ambiente. Sto estremizzando, è vero, ma certo meno di quanto questi nominalismi sociologici ingannino. La soglia di povertà relativa per il 2012 in Italia era calcolata in una disponibilità economica mensile di 594,53 euro. Capite bene come sia il caso di aumentare ulteriormente le imposte indiscriminate sui consumi. Come il rilancio dell’economia europea non possa che radicarsi qui, nel rovistare della spazzatura postmercato. 

C’è chi cerca di spiegare il calo della produzione con il calendario alla mano, conteggiando i ponti delle festività. Ma non vi fate ridere da soli? E dicono tutti: «Sì, è vero che siamo in basso, che è andato tutto storto, epperò questi sono i minimi: ora faremo le riforme e ripartiremo a spron battuto. Faremo soprattutto riforme che miglioreranno la competitività delle imprese. Ma questa competitività, in mancanza di una ripresa della domanda, che altro significa se non un becero abbattimento dei costi di produzione? Dunque dei salari, dunque della libertà, dunque, in definitiva, della vita?

A presto 

Edoardo Varini

(15/07/2014)

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