«La cosa mi faceva andare in bestia»

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«La cosa mi faceva andare in bestia»

Pare sia stata scoperta oggi la cosa più ovvia: la priorità è la riduzione delle tasse sul lavoro. E noi a parlare, a dibattere, a picchiare i pugni sul tavolo, a stracciarci le vesti per l’Imu, il terreno di scontro della nuova maggioranza parlamentare. L’Ocse ha definito “morboso” questo pensiero fisso dei nostri politici. Più esattamente quel che si leggeva nel rapporto è: «C’è un tema di accesa discussione, che è il tema dell’Imu, un tema importante per imprese e famiglie, rilevante ma non degno della considerazione esclusiva e quasi morbosa del dibattito politico attuale». Berlusconi ha l’audacia di dire che se l’imposta non venisse abolita perderebbe la faccia, ma in realtà sa benissimo di averla perduta e si affanna nella sua riconquista più della principessa senz’ombra di Hofmannsthal.

Altri hanno la sfrontatezza di dire che la faccia la perderebbero se l’Imu venisse abolita. Nemmeno loro pensano in realtà di averla ancora. Lo si vede, dagli sguardi sfuggenti e il capo chino. L’invito è allora ad alzare lo sguardo, a distoglierlo da personalismi sciocchi e improduttivi. L’Ocse prevede che quest’anno il nostro Pil scenderà di un punto e mezzo e che crescerà di mezzo punto l’anno venturo. Tagliare le tasse sulle imprese e sul lavoro. Non c’è altra strada. In questo decennio il nostro Paese è stato il solo a registrare una decrescita del prodotto pro capite, un dato con il quale si è soliti misurare il benessere di una nazione. Meno di Portogallo, Francia, Germania, Regno Unito, Turchia… meno di chiunque.

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In Europa il tasso medio di giovani disoccupati tra i 15 e i 24 anni è del 22%, In Italia del 38,4. Questo solo, questo solo dato dà conto del disastro. Ha ragione Letta quando dice che la lotta alla disoccupazione giovanile dev’essere «la stella polare dell’azione e della vita del governo», ma la barca è fallata, la nave è dei folli. La brigata sorride ma senza allegria. Lo capissero che ci si salva soltanto se il Consiglio europeo di giugno chiude le procedure di infrazione per l’eccessivo deficit e che bisogna smetterla di vendere illusioni. Niente. Il balletto continua.

Malgrado questo, l’annuncio di ieri della UE è che probabilmente la fine della procedura d’infrazione ci sarà, ma il risanamento italiano dovrà continuare, sempre senza sforare la fatidica soglia del 3%. Tuttavia, a noi dilazioni di pagamento non sono state concesse, e non è accaduto per l’incremento del debito pubblico sotto il governo Monti, dal 120,8% al 131,4%.

Ora è partita un’altra forsennata cerca, quella dei sei miliardi per scongiurare l’Iva, sistemare l’Imu, rifinanziare la cassa integrazione e delineare la Legge di stabilità 2014. Il neoministro dell’economia Saccomanni avrà pensato come il ragazzino Stanley de La sottile linea scura di Joe Lansdale: «Dispiace dirlo, ma avevo appena finito di credere a Babbo Natale e la cosa mi faceva andare in bestia».

A presto. 

Edoardo Varini

(04/05/2013)

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