Microsoft butta miliardi di dollari: Linkedin ringrazia
Microsoft compra Linkedin per 26,2 miliardi di dollari, pagando ogni singola azione della piattaforma per profili professionali più grande al mondo il 46,6% in più del prezzo di venerdì: da 131,09 dollari a 196. Ieri il titolo ha chiuso a 192,26. Nel marzo di quest’anno valeva un centone tondo tondo.
Ma che diavolo sarà mai successo per motivare un plusvalore del genere? È raddoppiato il numero di utenti? No, sono sempre quelli di venerdì, 420 milioni circa. Di questi 420 milioni solo 100 si collegano almeno una volta al mese: non è un gran risultato. Molto peggiore di Facebook e Twitter: però a differenza di questi ultimi Linkedin riesce a farsi pagare un’iscrizione premium, parliamo in tutto di 140 milioni a trimestre.
Ma se ancora nella valutazione di un titolo conta l’analisi fondamentale, dovremo ammettere che l’ultimo trimestre 2015 si è chiuso con un rosso di 8,4 milioni di dollari, mentre lo scorso anno – stesso periodo – c’era stato un utile di 2,9 milioni.
Secondo me Mr. Nadella, attuale CEO di Microsoft, ha fatto una delle più grandi “cappellate” della storia. Il successo di Linkedin si basa sull’efficienza e la crescita del mercato del lavoro. Ma il mercato del lavoro è oggi e sarà sempre più domani inefficiente e in contrazione. Perché la sperequazione della ricchezza è sempre – essa sì – in vertiginosa crescita e la ricchezza non confluisce più in produzione ma in rendita. Nessuno pensa a migliorare le retribuzioni dei lavoratori, a reintegrarne i diritti perduti. Si pensa solo all’offerta: che la riduzione dei salari non consenta la domanda pare un non problema.
Se una delle aziende più grandi al mondo è disposta a investire 26,2 miliardi di dollari per acquisirne un’altra con un utile trimestrale di qualche milione o addirittura una perdita, significa che il senno non è andato a finire sulla Luna ma su Venere o Plutone o, più probabilmente, in qualche pianeta di un diverso sistema solare. Significa che quelli che continuiamo a definire i guru economici della Terra sono dei perfetti idioti.
A presto.
Edoardo Varini
(14/06/2016)