di Massimo Bertani
C’è un mondo in cui si evoca la paura solo per dispensare speranza. Un mondo in cui il riferimento alla complessità anticipa l’evidenza di ciò che è semplice e in cui l’apertura all’universo è compensata nel tinello di casa.
È il disarmante mondo di Ennio Doris: nome e cognome che ti aspetteresti di leggere sulla copertina di un fotoromanzo anni ’50 e non alla fine di un redazionale finanziario come “Presidente di Banca Mediolanum”. Ennio è l’unico banchiere del mondo costretto a pagare per poter esprimere la sua visione, per poter dispensare i suoi consigli e insomma per fare del bene all’umanità. Certo, la sensazione che alla fine voglia rifilarti qualcosa che sta a metà strada tra un aspirapolvere e una polizza vita è fastidiosa, ma non lenisce il senso di ingiustizia subita dal Presidente di Banca Mediolanum.en
«Osservando gli Stati Uniti d’America – è l’incipit del redazionale che ho sotto gli occhi – privati, imprese e banche hanno paura e sono in attesa di quello che può accadere». «Ma – prosegue Ennio con vezzo retorico – cosa temono? Temono quello che può succedere in Europa e cioè il default di uno degli Stati sovrani».
Due pennellate dalla poltrona del salotto buono con l’Enciclopedia “I quindici” ancora incelofanata in bella mostra e, “osservando gli Stati Uniti d’America”, ci ritroviamo nell’attuale inferno. E qui, a differenza di banchieri, economisti, politici, giornalisti ed esperti a vario titolo, Ennio ci trae dall’abisso come il papà buono che offre la spalla a cui aggrapparci nell’ acqua alta della piscina comunale. «Per l’Italia il rischio non esiste (…) basta pensare che la ricchezza finanziaria e immobiliare totale degli italiani supera di duemila miliardi quella totale dei tedesch»i. Ennio porge alla nostra attenzione la differenza tra le ricchezze e ci parla di italiani e di tedeschi in modo da fondare l’assenza di rischio sulla nostra diretta ed individuale esperienza. In questo modo il mostruoso debito pubblico di 1900 miliardi diviene un babau che non può fare paura. Se a questo aggiungiamo le «enormi risorse che lo Stato italiano possiede» il gioco è fatto.
Nel mondo di Ennio, con l’unica eccezione della Grecia , «le soluzioni si trovano perché sono sempre a portata di mano» e sempre prodromiche alla proposta dell’aspirapolvere: la situazione dei mercati azionari è molto depressa e quindi «rappresenta una grossa opportunità». Seguono gli accorgimenti da venditore nazionalpopolare: diversificate nel mondo, diversificate i tempi di entrata e investite a lungo termine e se non lo farete vi mangerete «non solo le unghie, ma le dita delle mani e le braccia».
Certo, il discorso di Ennio è conformato al modello della nassa da pesca con al centro l’esca della vittoria sulla paura, ai lati semplicissime e progressivamente stringenti argomentazioni e al fondo l’aspirapolvere, ma, possiede la forza propria di una narrazione nella quale vengono poste, non ricette di carattere tecnico, ma una esperienza e una visione della vita e del mondo. Di fatto, Ennio Doris ha attraversato da attor giovine, gli ultimi quaranta anni del circo finanziario nazionale partendo, non dall’aula magna di Cambridge ma dal Bar Roma di Tombolo, armato di un’unica formula, la stessa di oggi: diversificate nel mondo, diversificate i tempi di entrata e investite a lungo termine.
Qualche cacastecchi chioserà che la “formula” di Ennio null’altro è che quella di un piano di accumulo azionario. La laurea in cornice e l’amor proprio saranno salvi, ma l’opportunità di cogliere uno scambio di esperienza e una visione del mondo sarà persa. E poi, se Ennio, cantore del buon senso, avesse ragione? O per lo meno, se non avesse più torto di altri? Magari di chi dice che l’Italia può reggere tranquillamente l’eventualità di un BTP all’otto per cento?
Insolito è per noi scrivere di Ennio. Ma ci sia concesso, in attesa, che qualche cosa di reale, realmente accada. Ideale sarebbe che, oltre il coitus interruptus dell’abbassamento dei tassi di Herr Draghi, sentir si potesse, proveniente da infernali stamperie, lo stridor dei torchi a moneta stampar.