07/03/2013 – Come il sole all’improvviso: Pino Ponti

alt

Come il sole, all’improvviso: Pino Ponti. Confesso una piccola emozione: ho visto riaffacciarsi in asta due opere di Pino Ponti (Venezia 1905 – Milano 1999) che rendono onore alla memoria di un Maestro di notevole levatura, da tempo trascurato dal mercato. Entrambe alla Meeting Art di Vercelli: una “Maternità” del 1923 ed un “Ritratto nello studio del pittore” del 1932 (base d’asta 1.000 per entrambi).

Una vita non banale, la sua. Si narra che già nel 1927 un Ponti ventiduenne si fosse procurato le prime noie col regime per via dell’ opera “Il fulmine nella Centrale Elettrica” (la folgore del fascismo sul mondo del lavoro); fu solo il prologo dei due mesi di confino che gli valse la confisca de “La passeggiata liberale” nel 1934. Naturale fu quindi per lui accostarsi alla Resistenza, nei cui ambienti si legò in particolare a Birolli. Artisticamente fu precocissimo. Espose già nel 1929 con De Chirico, De Pisis, Casorati, Manzù e Birolli. A Milano, nel 1931, gli organizzarono la prima Personale Raffaello Giolli ed Edoardo Persico. Nel 1950 fu alla Biennale di Venezia. Non mancarono i riconoscimenti neppure nel dopoguerra.

alt

Quante volte m’è capitato, a Milano, di non poter accontentare le legittime aspettative di collezionisti che mi mostravano e proponevano i loro bei Pino Ponti… Basi d’asta 1.000 per due gioielli pittorici d’epoca. Pittori figurativi analoghi passano in asta a 6 volte tanto. Veramente il rapporto tra Ponti e questi è di 1 a 6?

Ponti, ovviamente, non è che una delle tante punte dell’iceberg. Gli amanti del Realismo Esistenziale (e ce ne sono ancora molti, soprattutto in Lombardia) hanno di che divertirsi. Tra opere d’epoca piena e lavori tardi si moltiplicano le possibilità di acquistare Romagnoni, Banchieri, Aricò, Bellandi, Cazzaniga, Vaglieri, Reggiani, Gasparini, Bodini, Ceretti, Guerreschi, Vespignani… Fu, quella del Realismo Esistenziale nella Milano a cavallo tra anni ’50 e ’60, un’esperienza di tormentata attenzione all’uomo del dopoguerra, alla sue sofferenze e contraddizioni, al suo disagio emotivo e sociale. Un’analisi forse ancor più profonda ed autentica di quanto sia finora emerso, condotta da un manipolo di (allora) giovani artisti assai talentuosi e quasi tutti assai sfortunati nel tempo. Certo non pienamente valorizzati.

Proposti ora quasi tutti a offerta libera o mini-base d’asta. La crisi riaccende i riflettori su artisti trascurati dal mercato. C’è solo l’imbarazzo della scelta.

Luca Sforzini

Gallerista d’Arte – Consulente – Perito – Perizie, stime e valutazioni per assicurazioni & divisioni ereditarie

(+39)-331-4125138 / lucasforziniarte@libero.ithttp://www.valutazioniarte.it/

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.