Il letto di giustizia

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Il letto di giustizia e la Maschera di ferro

Oggi non parlerò del decreto “salva Italia”, “salva Europa”, “salva mondo” Monti. Lo fanno tutti. Una manovra da 30 miliardi: 12-13 di tagli alla spesa pubblica e 17-18 di nuove tasse. Ora, vista la drammaticità del momento, lascerei perdere le corbellerie (l’1,5% sui fondi rimpatriati lo scorso anno con lo scudo fiscale: l’1,5%, non mezzo punto in più!) e lascerei il pianto ai tanti italiani che ne hanno motivo.

 E tuttavia, ciò detto, se basta questo a «disegnare l’Italia per i nostri figli», a «costruire una base di crescita», se «senza questo pacchetto l’Italia crolla»… e se poi «quell’indicatore che nessuno di noi considera mitico e che ci piace di più quando scende che quando sale sta mostrando grande attenzione positiva per quanto abbiamo deliberato»… (il riferimento è allo spread, ma forse, anche, addirittura alle perifrasi barocche, al gongorismo!) se tutto questo è, che altro dire?

Forse, se importa, che a me sovviene il lit de justice, che tradotto significa “letto di giustizia”, e in effetti lì sopra, la giustizia, ci dorme della grossa. Se va bene. Se va male, c’è morta. «Adveniente principe, cessat magistratus», la formula. Quel magistratus, lì, è l’opposizione.

E sì, perché il lit de justice era una seduta straordinaria del parlamento presieduta dal re di Francia nella quale il sovrano diceva a tutti, opposizione compresa: «Si fa come voglio io, punto e basta». Era questo il potere assoluto. Basti pensare che il nome, quel lit, deriva dall’adagiarsi del monarca tra due cuscini.

Dovete sapere che fu proprio con uno di questi lit de justice, esattamente quello del 20 marzo del 1655, che Nicolas Fouquet, sovrintendente delle finanze di Luigi XIV, le Roi Soleil, fece approvare 17 editti finanziari per ricorrere al prelievo obbligatorio delle imposte. Fu così che avvenne: «Perché lo dico io».

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Fu poi arrestato da D’Artagnan (da non credere? Eh? E sì, che a volte la vita è romanzesca!) per malversazione. E il re s’accanì, con lui: morì, pare, nella fortezza di Pinerolo nel 1680. E dico “pare” perché l’atto del suo decesso non fu mai trovato. Nulla di strano, per uno che si dice fosse la Maschera di ferro.

 A presto.

Edoardo Varini

(5/12/2011)

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