Osservatorio legale (09/03/2015)

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di avv. Nicola Bufano

Puntate il dito

L’altra sera, in una nota trasmissione televisiva, ho sentito parlare Piercamillo Davigo dei mali che affliggono la Giustizia italiana. Consigliere di Cassazione e simbolo di un’Italia che non si è mai arresa al malaffare, Davigo si domandava per quale motivo, nel nostro paese, un debitore dovrebbe adempiere spontaneamente la propria obbligazione. Conoscendo i tempi della Giustizia, pagherà quello che deve, dopo anni di causa, senza grosse conseguenze. Non ci vorrebbe una legge per imporre l’adempimento di un obbligo, dovrebbe bastare il costume; io aggiungo che il costume lo abbiamo lasciato in spiaggia.

Ha ragione Davigo quando dice che in Italia le leggi tutelano chi le viola più di chi ne subisce la violazione. Il risultato è l’aumento esponenziale dei torti, con conseguente aumento della domanda di Giustizia, da parte di coloro che li subiscono.

Nel primissimo intervento, su questa pagina, ho elogiato la nuova procedura per la richiesta e rilascio dei decreti ingiuntivi telematici.

Il mio parere non è cambiato.

Il processo civile telematico è, in potenza, la più grande rivoluzione della Giustizia italiana.

Dico “in potenza” perché non sono del tutto convinto che sarà utile.

Non vorrei che “in potenza” diventasse “impotenza” a causa del malcostume italico.

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Una volta ottenuto il titolo, sentenza, ordinanza o decreto, il problema è, infatti, metterlo in esecuzione.

Le nuove misure varate dal Governo per facilitare la procedura esecutiva, come quelle sulla nuova separazione e divorzio, sono evidentemente scritte da gente che non vive il problema.

Se il creditore deve esperire una procedura di pignoramento presso terzi avanti il Tribunale territorialmente competente in base al domicilio del debitore, siamo rovinati. Perché i debitori cercheranno di ottenere residenza in zone dove la Giustizia è disastrata.

Faccio un esempio. Tizio lavora a Milano, contrae il credito con Caio a Milano. Caio, cliente di Tizio, risiede altrove, scegliete voi una zona dove la Giustizia è disastrata. Basta prendere una cartina italiana, chiudere gli occhi e puntare il dito. Tizio scopre l’esistenza di una banca d’appoggio di Caio a Milano.  Tutto il rapporto si svolge a Milano. Tizio ottiene il decreto ingiuntivo a Milano, ma la procedura per pignorare i soldi sul conto corrente di Caio deve essere esperita avanti il Tribunale del luogo dove avete puntato il dito. Magari distante migliaia di chilometri da Milano. Perché? Chi ha ideato questa follia? Dicono, per tutelare il debitore ed evitare conflitti di competenza territoriale. E il domicilio del creditore, ossia colui che, avendo un titolo da far rispettare ha, fino a prova contraria, avuto già ragione?

Ogni anno in Italia vengono iniziate più cause civili di quante ne vengono intentate in Francia, Gran Bretagna e Spagna messe insieme.

Me ne chiedo il motivo. La risposta è una sola. Sempre la stessa. La prima linea. Perché Piercamillo Davigo, e quelli come lui, sono consiglieri di Cassazione invece che ministri, ed i ministri ed i loro consiglieri fanno le leggi invece che giocare a scopone scientifico al bar. Puntate il dito.

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