15/01/2013 – I laser persi non si recuperano

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Mi sembra proprio che il dolore alla spalla si sia molto attenuato. Certo grazie alle terapie combinate laser e ultrasuoni alle quali sono stato sottoposto.

In aggiunta alla terapia laser di durata di cinque minuti per otto sedute, sono stato sottoposto, per analoga durata, alla quotidiana lettura del seguente messaggio posto davanti alla mia postazione di irradiazione:

 

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Postata l’immagine su Facebook ho ricevuto commenti spiritosi del tipo: «Ecco perché me ne tengo sempre in casa almeno due di scorta», e «Nel caso, ne ho uno seminuovo se ti  interessa…».

Durante i quaranta minuti di esposizione combinata raggio laser e lettura del messaggio «I laser persi non si recuperano» ho pensato che i laser, si sa, sono fatti così.

Bisogna stare molto attenti. Dopo averli usati bisogna riporli immediatamente nella loro apposita scatola (scatola da laser) e, nel caso in cui se ne perdesse uno, è obbligatorio dare immediatamente l’allarme  e contattare l’unità mobile di ricerca e di recupero laser.

Il vero rischio è che il laser finisca nelle mani sbagliate. Tutti noi ricordiamo che Auric Goldfinger, venuto in possesso di un laser, recuperato non si sa dove e perso da non si sa chi,  cercò di tagliare in due l’agente segreto, con licenza di uccidere, 007.

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Una fonte accreditata sostiene che,  ispirata dall’esempio del cattivo antagonista di Bond, la malavita organizzata abbia istituito una propria divisione specializzata nel ritrovamento dei laser perduti e nel loro successivo uso criminoso.

Di certo si sa che l’uso del laser da parte della criminalità è uno dei problemi che maggiormente impegnano le forze dell’ordine e i servizi segreti di tutto il mondo.

La frase «I laser persi non si recuperano» risulta veritiera e ricca di significato anche nell’accezione per la quale i laser persi dalla malavita, e ritrovati dalle forze dell’ordine, solo raramente risultano riutilizzabili.

E questo per due motivi. Da un lato i laser persi dalla malavita non sono recuperabili perché tecnicamente non funzionanti e dall’altro, è capitato il caso in cui il laser perso, fosse, appunto, perso nel senso di perduto dal punto di vista “etico”cioè inservibile se non per usi criminosi.

Quanti insegnamenti e riflessioni provengono dalla lettura di un messaggio in apparenza banale.

Da una personalissima rilevazione ho registrato che i pubblici uffici, particolarmente gli ospedali, pullulano di messaggi come quello dei laser. Dal mio lavoro intitolato Saluti dal Policlinico porgo  due esempi:

 

 

Il primo esempio è quello del divieto di accesso posto al secondo piano sulla porta d’ingresso del padiglione dove mi recavo tutti i giorni due volte al giorno con l’inconsueto rimando agli ascensori “gialli”.

Il secondo  è, sempre al Policlinico, quello dell’orologio, fermo da qualche anno, che tante volte mi ha fatto erroneamente accelerare o rallentare il passo. Non possiede l’enigmaticità dell’orologio senza lancette di bergmaniana memoria ma possiede il fascino di tutto ciò che, nel migliore dei modi, riesce a  trasmettere una errata informazione.

Informazioni ambigue, contraddittorie, errate. Fraintendimenti, incomprensioni, disattenzioni: è il contesto nel quale ci muoviamo quotidianamente e che contribuiamo ad incrementare nell’ abitudine. Ci si può convivere tranquillamente fino al giorno in cui in un eccesso di leggerezza ci capiterà di perdere un laser.

 

 

 

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